
Ogni nascita è speciale e difficile a modo suo, ma aggiungi una situazione di pandemia globale e hai il next level di una storia di parto ai tempi del coronavirus.
Ho già condiviso la mia esperienza di gravidanza durante il covid19, qui il link, quindi è naturale condividere anche il momento del parto al fine di documentare l’intera esperienza.
Labor time
Labor time
Il 31 marzo 2020 alle 13:00 mi si erano rotte le acque, ero incinta di 40 settimane e 1 giorno, mio figlio – Davide, sembrava essere molto preciso.
Dopo aver chiamato l’ospedale e aver condiviso i dettagli relativi al colore del liquido e altri sintomi, ci hanno consigliato di rimanere a casa per altre 6 ore e attendere le contrazioni. Se le contrazioni non fossero comparse, saremmo dovuti andare comunque in ospedale per fare il tracciato del bambino.

Arrivata in ospedale, mi ero dimenticata completamente della situazione covid19 finché l’infermiera non ci annunciò che il papà doveva rimanere nella sala d’attesa. Può assistermi durante il parto, ma fino ad allora deve aspettare pazientemente fuori.
La prassi era di non fare nessun intervento per 24 ore dalla rottura delle acque, al fine di attendere le contrazioni del parto.
Ero così triste ma stavo pensando che questa fase di travaglio non durerà così tanto, quindi eravamo rimasti che Antonio – il mio marito, aspettava fuori nel parcheggio le mie notizie.
Mi ero sbagliata gravemente..
Le ore passavano e le contrazioni non sembravano arrivare. Quindi cambio del piano, Antonio andava a casa di sua sorella, che è più vicina all’ospedale rispetto a casa nostra, e aspettava lì la mia telefonata.
Questa fu quasi una mossa criminale dato che eravamo in quarantena e non ci era permesso di andare a casa dei parenti, ma situazioni disperate richiedono misure disperate.
Alle ore 00:00 iniziarono ad apparire le contrazioni, molto intense ma non vicine l’una all’altra. Ho iniziato a tenere traccia e ho annunciato l’infermiera quando erano distanti 5 minuti una fra l’altra. Ma l’infermiera mi disse gentilmente di cercare di riposare e di non tenere più traccia delle contrazioni, ero confusa.
Ovviamente data l’esperienza dell’infermiera, aveva subito capito che non avrei partorito quella notte, ma questo non mi ha aiutato a riposare. Le contrazioni erano comunque molto intense e ho trascorso tutta la notte in piedi in quanto era l’unico modo per affrontarle.
La notte sembrava non passare più. Guardo l’orologio ed erano le 10:00, i medici erano venuti per rassicurarmi che se le contrazioni del parto non dovessero avvenire prima delle ore 13.00, avrebbero dovuto indurmi il parto.
Soffrivo così tanto che non me ne importava più, non vedevo l’ora che il dolore sparisse.
Alla fine sono stata io ad insistere di essere visitata e purtroppo, dopo 24 ore dalla rottura delle acque, la dilatazione era di soli 3-4 cm. La buona notizia era che il collo dell’utero si era appiattito grazie a queste contrazioni, così potevo essere indotta in un modo facile e veloce, usando l’ossitocina.
Forse tutti gli esercizi fatti in gravidanza hanno aiutato a qualcosa, qui il link dell’articolo dove parlo di questo.
Era tempo di chiamare mio marito per partecipare alla seconda parte del travaglio, la parte attiva.
Stavo pensando che dopo tutta questa situazione covid19 non era poi così male, almeno mio marito era ben riposato e sarà in grado di darmi tutto il supporto necessario per il parto.
Non vedevo l’ora che lui arrivasse e allo stesso tempo avrei voluto che non venisse più poiché ero in una condizione così pessima, non volevo che soffrisse anche lui con me, ma era venuto comunque..

Delivery time
Mio marito era arrivato, indossando 2 mascherine per il viso e un cappotto medico verde. Ho dimenticato di dire che indossavo anch’io la mascherina ormai da quando ero entrata in ospedale e sono stata informata che dovevo indossarla anche durante il travaglio e il parto. Ottimo!
Nonostante ciò, sono stata molto felice perché l’ostetrica che mi avrebbe assistita durante il parto era colei che mi ha seguito durante tutta la gravidanza e abbiamo creato un bel legame.
Allo stesso tempo, ero anche molto stanca dopo 24 ore di contrazioni. Ero così stanca che non potevo nemmeno urlare durante le contrazioni ora ancora più intense e mi addormentavo tra di loro. Ricordo di aver fatto un sogno diverso ogni volta.
Mio marito è stato di grande supporto e abbiamo provato diverse posizioni per sentire meno dolore ma non esiste nulla del genere …
Dopo 3 ore di tremende contrazioni (per la prima gravidanza dicono che è normale) mi sono sentita esausta e ho chiesto l’epidurale. Sfortunatamente mi hanno ascoltato e me lo hanno fatta.
Sfortunatamente, perché non ho nemmeno avuto il tempo di godermi l’effetto dell’epidurale poiché mi erano subito arrivate le contrazioni di espulsione e in 15 minuti Davide è venuto nel nostro mondo.
Postpartum time
Seguono 2 ore di pura felicità, solo noi 3 nella sala parto, non potevo essere più grata a Dio, al personale medico, a mio marito e a mio figlio per aver collaborato così bene.
Ma è stata una situazione dolce amara da quando siamo stati informati che al padre non è più permesso di farci visita per il prossimo periodo in cui resteremo in ospedale.
Covid19 colpisce di nuovo..
Non avevo idea di come avessi potuto prendermi cura di nostro figlio e di me stessa dal momento che non potevo nemmeno stare in piedi per le prossime ore dopo il parto..
Le infermiere erano molto gentili ma erano anche molto impegnate perché alcune di loro erano state assegnate al dipartimento di maternità covid19, quindi non potevano assisterci come avrebbero voluto.
Ho partecipato al primo bagno di mio figlio, senza mio marito e con una visione offuscata. Fortunatamente quella prima notte Davide fu molto calmo e dormì nelle mie braccia per tutta la notte. La mattina dopo mi sono sentita meglio e sono riuscita a prendermi cura di noi.
Non posso dire la stessa cosa della mamma con cui condividevo la stanza che aveva fatto il cesareo e non poteva alzarsi dal letto per più di 24 ore. Soffriva queste restrizioni a causa del virus molto più di me. Avrebbe voluto avere con se sua madre per aiutarla in questa fase post parto. Assistevo alle loro telefonate e trattenevo a malapena le lacrime ..
Avevamo una camera per 2 e quindi avremmo dovuto indossare le mascherine per tutto il tempo e non lasciare la stanza per nessun motivo a causa dei rischi di infezione covid19.
Nonostante ciò non potevo indossare la mascherina 24 / 24h perché non riuscivo nemmeno a vedere mio figlio con la mascherina adosso. La mettevo ogni volta che qualcuno entrava nella stanza ..
Quello che mi ha aiutato tantissimo in quei giorni di ricovero sono state le videochiamate e i messaggi ricevuti da amici e parenti. Almeno in questo modo riuscivo a condividere la gioia che un neonato porta, nonostante tutto.
Dopo i 3 giorni di ricovero era finalmente arrivato il momento di tornare a casa dal nostro ansioso papà. Non ho mai visto mio marito così felice e soddisfatto nei 10 anni in cui siamo insieme.
Nemmeno le strade vuote causate dalla quarantena avrebbero potuto togliere questa felicità.
Dopo i 3 giorni in ospedale, prendendomi cura di mio figlio, mi ero completamente dimenticata del virus, quindi ora mi sentivo come in un film dell’orrore in cui siamo gli unici sopravvissuti.
Pensavo tristemente che dovessimo abituarci a questa situazione per il prossimo periodo, ma speravo anche che passasse velocemente e torneremo alla normalità, “questa è solo una situazione straordinaria”, continuavo a ripetermi come un mantra.
Avevo paura della depressione postparto e ovviamente il coronavirus non mi aiutava molto, ma poi pensavo che grazie a questa situazione avrò mio marito a casa per il mese successivo e la quarantena non sembrava più così male.

In effetti è stato bellissimo. Ora Davide ha 5 settimane, Antonio ha iniziato a lavorare e mi rendo conto di quanto sia stato utile questo periodo di quarantena a causa del coronavirus per il mio recupero mentale e fisico.
Eravamo costretti a rimanere in casa in quarantena, ma anche la mia situazione da neo mamma mi avrebbe costretto lo stesso. È come se l’intera società “soffrisse” insieme a me il fatto che non puoi davvero uscire e continuare a fare quello che stavi facendo normalmente, con un neonato.
I miei colleghi al lavoro avevano cancellato tutti gli eventi e lavoravano da casa 🙂 Non mi perdevo niente, fantastico!
I nostri parenti e amici non hanno potuto farci visita in questo periodo, il che è abbastanza triste, ma a dire il vero, non credo che mi sarei trovata molto a mio agio ad accoglierli in una casa caotica con un neonato con le colichette e una mamma in fase di ricovero post parto con un ingorgo al seno e 40 di febbre per 2 giorni 🙂
Tutti i documenti di Davide sono stati fatti senza uscire di casa, via telefono ed e-mail. È un enorme vantaggio considerando quanto sia fragile un neonato e il tempo, non fa molto caldo sebbene siamo in aprile – maggio.

Le persone mi rimpiangono per aver partorito durante il coronavirus ed io sorrido perché vedo solo vantaggi che emergono da questa situazione.
Provo sempre a guardare il lato positivo di una difficile situazione e posso vederlo anche in questo parto ai tempi del coronavirus, spero che anche tu possa vederlo nella tua vita 🙂